Il tocco

Il tocco

Cosa facciamo quando non stiamo bene? Di solito, portiamo le mani sul punto che fa male.

E’ un gesto naturale, non pensato, istintivo. Con le mani cerchiamo sollievo e conforto.

Lo Shiatsu è fondato sul Contatto e sul Tocco, come molte altre discipline olistiche.

E’ un privilegio toccare un altro essere umano, poggiare la mano, percepire, sentire.

Con il tocco si crea una connessione che sa di umanità, ci si mette in comunicazione, si ascolta e al tempo stesso si parla. Si costruisce un dialogo non verbale, unitario e paritario tra chi dà e chi riceve fatto di sintonia, compassione, ascolto reciproco, empatia. Nello Shiatsu si parla di “cuore nelle mani”.

Una mano appoggiata può avere una miriade di significati: può essere una promessa, una rassicurazione, una benedizione, un gesto di compassione, ma anche un moto di repulsione, di allontanamento, di abbandono.

Sono sempre rimasta affascinata nel vedere lavorare le mani: sanno manifestare materialmente una scintilla che si sente in profondità, nell’Anima.

Ma quale percezione abbiamo? 

In realtà, quando tocchiamo un’altra persona quello che sentiamo è la nostra reazione al tocco dell’altro; entriamo in relazione con un’altra Anima, un’altra Energia, con tutto il bagaglio di convinzioni, credenze, esperienze che si porta appresso e dove anche noi portiamo il nostro vissuto. E’ la parte più profonda dello Shiatsu, il “ponte con l’infinito” quella che va a stimolare aspetti energetici sottili, al di là del corpo e del fisico. 

Durante il trattamento, le mani dell’operatore hanno il compito di condurre e accompagnare la persona alle origini del proprio disagio, l’operatore non è un guaritore, è più un “facilitatore”, un aiuto che consente al ricevente di iniziare un cammino di consapevolezza, di trasformazione che lo porta a prendersi cura di sé, ad avere una diversa concezione e visione di sé stesso, più autentica, più vera, più vicina a quello che realmente è.